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VOCI PER LA LIBERTA’ -Una canzone per Amnesty

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Articolo e intervista di Giovanna Ferro

I DIRITTI UMANI il leitmotiv di 20 brani musicali, di 20 artisti che hanno caratterizzato la quattro giorni di Rosolina Mare, Rovigo, nella “22a Edizione 2019 di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty” il festival che coniuga canzoni e diritti umani, con l’assegnazione del Preio Amnesty International Italia.

Questa edizione ha visto la solidale unione della forza di due Festival “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty” con la direzione artistica di Michele Lionello e “DeltArte – il Delta della Creatività”, a cura di Melania Ruggini, dove musica e arte si combinano per “dar voce a chi voce non ce l’ha”.

Questa “22a Edizione 2019 di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”, ha visto aggiudicarsi il Premio Amnesty International Italia, sezione Big, come miglior brano sui Diritti Umani “Salvagente”, di Roy Paci, trombettista, compositore e arrangiatore siciliano , & Aretuska con il rapper Willie Peyote.

E sulla vittoria lo stesso artista ha commentato : “… è il coronamento di una missione che ho condotto negli ultimi 20 anni, a fianco ad Amnesty International. Non potrei mai immaginare una separazione tra la mia vita di musicista e ciò che accade intorno a noi, le due cose sono inscindibili.”

Salvagente”, canzone sul tema dell’integrazione, scelto da una prestigiosa giuria composta da giornalisti, addetti ai lavori e esponenti di Voci per la libertà e Amnesty International.,

“…IO NON HO MAI VISTO DIFFERENZE
C’È CHI DÀ E C’È CHI PRENDE
CIÒ CHE DAI TI RITORNA SEMPRE

IO NON HO MAI VISTO DIFFERENZE
TUTTI ASPETTANO UN SALVAGENTE
RIPETONO QUA NON SI SALVA NIENTE
…”

E’ un brano che fa riferimento alla salvezza, quella insita in tutte le cose, la pace scevra dall’ipocrisia dei nostri giorni per diventare condivisione di intenti.

ART.2 1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico internazionale del paese o del territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

( dalla Dichiarazione universale dei diritti umani)

Michele Lionello, Direttore artistico del Festival “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”, ci parla di questa grande iniziativa che da anni si tiene a Rosolina Mare, in provincia di Rovigo:

Come e quando è nata l’idea di creare un Festival e legarlo ad Amnesty International?

Nel 1998 un primo gruppo di volontari inizia a riunirsi all’interno del Centro Ricreativo Giovanile di Villadose , in provincia di Rovigo: accomunati dal desiderio di diffondere e promuovere il rispetto dei diritti umani attraverso la musica, decidono di dar vita ad un concorso musicale aperto a band emergenti proprio nell’anno in cui decorre il 50° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Nasce così il festival “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”. Fin dalle origini, la manifestazione viene sostenuta e promossa dalla Sezione Italiana di Amnesty International che crede nelle potenzialità dell’evento, unico nel panorama italiano. Quello che rende unico il festival “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”, è che non si tratta di un evento che vuole raccogliere fondi a favore di Amnesty International, ma vuole che sia la musica sostenere la difesa dei diritti umani e dei principi contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

Quest’anno il Festival giunge alla sua 23a edizione. Come si è evoluto dai suoi inizi ad oggi?

In questi oltre vent’anni di storia di passi in avanti e di riconoscimenti ce ne sono stati veramente tanti. Anno di svolta è stato indubbiamente il 2003, anno in cui si crea l’Associazione Culturale Voci per la Libertà, viene introdotto il Premio Amnesty International Italia sezione Big e il Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza premia la manifestazione come “Festival dell’anno“.

Raggiunta una notevole rilevanza a livello nazionale grazie anche ad una crescente copertura mediatica, nel 2010 il festival è stato insignito della Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo inoltre un messaggio di stima e incoraggiamento da parte del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg. Nel 2018 il cd della XX Edizione del festival vince la prestigiosa Targa Tenco per il “Miglior album collettivo a progetto”.

Sul palco di Voci per la Libertà, a fianco degli emergenti sono saliti come vincitori del Premio Amnesty o in veste di ospiti, tra i più importanti big della scena italiana, come: Ivano Fossati, Modena City Ramblers, Paola Turci, Samuele Bersani, Subsonica, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Fiorella Mannonia, Frankie Hi-Nrg, Enzo Avitabile, Alessandro Mannarino, Edoardo Bennato, Nada, Brunori Sas, Roy Paci, Enrico Ruggeri, Perturbazione, Marta sui Tubi, Levante, Niccolò Fabi, Diodato, Africa Unite, Marlene Kuntz, Bandabardò, Morgan, Tre Allegri ragazzi Morti, Cristina Donà, e tantissimi altri.

Voci per la libertà” non è solo musica, ma tanto altro. Quali sono le attività su cui vi state concentrando?

L’Associazione, oltre al concorso, ha dato vita a tantissimi eventi culturali e musicali in tutta Italia, favorendo l’espandersi di una cultura che, partendo dal cuore, vuole essere un megafono per tutte le voci che hanno un messaggio di rispetto e tolleranza da diffondere.

Negli anni abbiamo indubbiamente ampliato il nostro raggio d’azione, partendo dalla musica arrivando all’arte contemporanea, al cinema, alla fotografia, al teatro; tutta l’arte a favore dei diritti umani. È stato un percorso che ci ha portato davvero a grandi soddisfazioni. A partire dal 2013 organizziamo il festival “Deltarte, il Delta della creatività”. Il progetto d’insieme si pone come un esperimento creativo di rigenerazione culturale, che fin dalla prima edizione assume il carattere della manifestazione itinerante d’arte contemporanea sul Parco Regionale del Delta del Po basata sulla fluidità del dialogo aperto tra creatività giovanile e ambiente. Negli anni successivi anche l’importante evoluzione che l’associazione mette in campo: dagli eventi alle produzioni culturali. Nel 2015, in occasione del 70° anniversario dell’eccidio nazista di Villadose (proprio dove è nata l’associazione) la produzione del film documentario “Presi a caso”, l’opera presentata anche a Montecitorio è stata premiata a Torino nell’ambito del Concorso “Filmare la Storia”. L’anno successivo la realizzazione di “Inalienabile”, progetto multimediale che esplora il rapporto tra musica e diritti umani attraverso l’intreccio di fotografie, voci, luci, video, grafiche, musiche che racchiudono le esperienze, le idee e i significati personali dei grandi big che hanno partecipato al festival “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”. Per il ventennale del festival viene prodotto un volume di 176 pagine a colori che racconta le emozioni e i contenuti di due decenni fitti di esperienze, con oltre 50 interventi scritti dei protagonisti e con tantissime foto artistiche. Per i 70 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani nuova produzione editoriale “In arte DUDU”, la Dichiarazione universale dei diritti umani illustrata da giovani artisti italiani che racchiude un’illustrazione per ciascuno dei 30 articoli della Dichiarazione universale con ulteriori approfondimenti testuali.

Altro aspetto fondamentale su cui negli ultimi anni stiamo investendo molto sono i laboratori didattici all’interno delle scuole. Il progetto “L’arte per i diritti umani” ha l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti alle tematiche legate ai diritti umani, comprendendo il valore dell’uguaglianza attraverso gli stimoli creativi che derivano dall’arte.
Tutte queste attività, a partire dal 2017, sono rientrate in “Arte per la Libertà – il festival della creatività per diritti umani”, volto da una parte alla trasmissione dei valori dei diritti umani attraverso l’arte e la musica e dall’altra alla valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale.

Da poco è uscito, in coincidenza anche con il 71° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il CD 20×22, che come leggo nella presentazione “non è un semplice CD e non è un semplice libro”. Mi spiega di cosa si tratta?

Come anticipato “20×22” non è un semplice cd e non è un semplice libro. È l’unione delle anime di due festival: “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty e DeltArte – il Delta della Creatività, una più musicale e una più artistica, unite sotto l’insegna di “Arte per la Libertà – il festival della creatività per i diritti umani”.

20×22” è una produzione culturale che vuole celebrare in particolare la 22a edizione di “Voci per la Libertà”, la manifestazione musicale legata ad Amnesty International Italia, con 20 brani di 20 artisti che si sono esibiti nel 2019 nella quattro giorni di Rosolina Mare (Rovigo) e in tutti gli altri eventi di “Arte per la Libertà”. Ma non solo, a fianco di ciascun brano compare un’illustrazione di un artista contemporaneo che ha rappresentato la canzone con una sua opera.

20×22” non è solo un prodotto fisico ma anche un progetto multimediale dal forte impatto emotivo, che vede alternarsi illustrazioni, musiche, fotografie, luci, video, grafiche che si possono trovare su www.20×22.it

Sono ripartiti i lavori per la 23a edizione del Festival “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”: ce ne vuole parlare?

Sì, con l’inizio dell’anno 2020 sono partiti il bando di concorso per gli emergenti e le selezioni dei brani dei big della musica italiana che porteranno a dare i due Premi Amnesty, quello appunto per gli emergenti e quello per il big durante il festival che quest’anno è in programma dal 17 al 19 luglio a Rosolina Mare (Rovigo). Per quanto riguarda gli artisti emergenti, è disponibile il bando di concorso per questa nuova edizione, a cui possono partecipare cantautori e band che abbiano un brano che parli di diritti umani, in qualsiasi lingua o dialetto e di qualsiasi genere musicale. La scadenza del bando è fissata per lunedì 4 maggio e tutte le informazioni si possono trovare sul nostro sito www.vociperlaliberta.it

Dal 2003 Amnesty International Italia e Voci per la libertà premiano una canzone (uscita nell’anno precedente) di un nome affermato della musica italiana sui diritti umani, il Premio Amnesty International Italia sezione Big. Negli anni hanno vinto questo premio: Daniele Silvestri, Ivano Fossati, Modena City Ramblers, Paola Turci, Samuele Bersani, Subsonica, Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Fiorella Mannoia e Frankie Hi-Nrg, Enzo Avitabile e Francesco Guccini, Max e Francesco Gazzè, Mannarino, Edoardo Bennato, Nada Malanima, Brunori Sas e Roy Paci. Una prima selezione è partita proprio in questi giorni. Tutti possono segnalare all’indirizzo info@vociperlaliberta.it, entro il 15 febbraio 2020, brani che abbiano queste tre caratteristiche: pubblicati tra il 1 gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019; composti/interpretati da un artista italiano noto; su un tema legato alla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Quanto sono importanti i due “Premi Amnesty International Italia”, non solo musicalmente? Soprattutto quale messaggio vuole lanciare a un paese come il nostro in cui il rispetto dei Diritti Umani sembra venir meno?

La notorietà del festival è chiaramente legata al premio dei Big ma per noi è fondamentale la sezione Emergenti. Il promuovere la musica che nasce dalla base, gli artisti che hanno veramente qualcosa di significativo da trasmettere per noi è imprescindibile.
La musica però è lo strumento, il tutto parte dalla necessità di veicolare il valore dei diritti umani e le campagne di Amnesty. Negli ultimi anni questa necessità si fa sempre più pressante non solo per la situazione globale ma proprio per la condizione italiana. Proprio nell’ultima edizione del festival lo slogan che abbiamo portato avanti è stato: “Sui diritti umani non si torna indietro”. Uno slogan che parte dal 10 dicembre 1948, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamava la Dichiarazione universale dei diritti umani. Per la prima volta veniva scritto che esistono diritti di cui ogni essere umano deve poter godere per la sola ragione di essere al mondo. Eppure la Dichiarazione è disattesa, anche perché ancora troppo sconosciuta.

Vorrei concludere questa nostra intervista con il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani e con una significativa frase di Eleanor Roosevelt, una delle principali promotrici della Dichiarazione stessa.

Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
Art. 1 Dichiarazione universale dei diritti umani

“Dove, dopo tutto, hanno inizio i Diritti dell’Uomo? Nei luoghi più piccoli, vicino casa, così piccoli e vicini da non essere menzionati neppure sulle carte geografiche. Tuttavia questi luoghi rappresentano il mondo del singolo individuo; il quartiere in cui vive, la scuola o l’università che frequenta; la fabbrica, la fattoria o l’ufficio dove lavora. Questi sono i luoghi dove ogni uomo, donna e bambino cerca eguale giustizia, eguale opportunità, eguale dignità senza discriminazione.”

Eleonor Roosevelt

Ringrazio il direttore artistico Michele Lionello per aver illustrato così ampiamente “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”, volta al superamento della divisione, della discriminazione e dell’odio tra gli esseri umani.

Che siano questi i valori che l’animo umano deve coltivare e riuscire a trasmettere: e se la musica è il miglior tramite, allora viva ed onore a “Voci per la Libertà “, in cui le sono persone sono determinate a creare un mondo più giusto, in cui ogni persona possa godere dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Vorrei ringraziare l’Ufficio stampa di Voci per la libertà, nel nome di Enrico Deregibus.