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Le Sibille di Vincenza Alfano

Recensione di Giovanna Ferro

Le Sibille è un romanzo di Vincenza Alfano edito da Solferino per la Collana Affreschi, nel 2025.

Due donne i cui destini sembrano intecciarsi, sovrapporsi, seppur vissute in epoche diverse. Dolori, sofferenze, umiliazioni e vuoti interiori prendono forma nella loro scrittura, unica ancora di salvezza, soprattutto quando si vuole ingabbiare la propria identità femminile a favore di sterili stereotipi.

“La donna non è mai stata una vera e propria individualità: o s’è adattata a piacere all’uomo, non solo fisicamente ma anche moralmente, senza ascoltare i comandi del suo organismo e della sua psiche; o gli si è ribellata copiandolo, allontanandosi ancora di più dalla conquista del suo io.” Sibilla Aleramo

Il libro

Costanza, donna inquieta, infelice con un uomo che la soffoca, la passione per la lettura e la voglia di scrivere il romanzo della sua vita, pagherà un prezzo molto alto quando per liberarsi dal suo vincolo matrimoniale accetta di dichiararsi “incapace di intendere e di volere”, perchè ‘alle donne viene chiesto di scegliere, agli uomini mai.’

“Pazza. Ogni donna che vuole vivere a modo suo rischia questa etichetta. Così per secoli la pazzia non è stata considerata una malattia ma una condizione esistenziale riprovevole. Pazza vuol dire colpevole.”

Felicemente ‘pazza’ ora di poter leggere e scrivere senza nascondersi. A pagarne le conseguenze questa volta sarà Emma, sua figlia, che sente la madre sempre più distante e che porta il peso delle sue sofferenze, che la guarda andare via tutte le volte che Costanza vuole rifugiarsi da qualche altra parte e soprattutto inizia a porsi domande alle quali non sa ancora dare una risposta, soprattutto quando vorrebbe capire il motivo del suo tentato suicidio.

Mentre Costanza lotta tra la vita e la morte, Emma riprende in mano un libro “Una Donna” di Sibilla Aleramo, che proprio la madre le ha regalato tempo prima. Nella rilettura di quelle pagine tante ombre sembrano schiarirsi.

Sibilla Aleramo, il cui vero nome era Rina Faccio, a fine ottocento è stata una fervida attivista a favore delle donne. Nella sua infanzia si è nutrita di libri, che sono stati il suo rifugio, soprattutto quando i genitori si separano e non si lascia travolgere neanche dalla sofferenza latente della madre che rasentava la follia. Violentata da un uomo che è costretta a sposare, Rina ha combattuto con tutta se stessa per dare un nome a quel rapporto arido e tormentato.

“Eppure non si spengono le sue speranze, la vivacità della sua intelligenza, le incredibili risorse interiori. Il suo desiderio di vivere è più forte di qualsiasi sofferenza […] Per sopravvivere alla routine matrimoniale e ai maltrattamenti di Ulderico, decide di fingere: traveste di tranquillità  la sua inquietudine.”

Pensava che con l’arrivo di Walter, suo figlio, qualcosa sarebbe cambiato. Ha inizio, invece, un conflitto interiore tra l’essere madre e l’essere donna, alimentato dalla crudeltà del marito. Rina riprende la penna e inizia ad interessarsi alla questione femminile. Pubblica il suo primo racconto e collabora con vari giornali e quando si trasferisce a Milano diventa per lei l’opportunità di nuovi incontri e nuovi progetti. L’amore per un uomo le dà il coraggio di lasciarsi alle spalle quel finto matrimonio e la forza di abbandonare il suo bambino, una colpa che porterà dentro per tutta la vita.

“Ribadire il diritto all’amore. Forse è questo il senso della sua erranza sentimentale. Lo ha fatto per sé e per tutte le donne. Dopo secoli di silenzio. Secoli di cenere. […] alle donne è stato negato per sempre il diritto di amare. Alla fine c’è il rischio che non sappiamo più farlo. Sibilla non ha paura di dare un nome ai suoi sentimenti.”

Emma in Sibilla rivede sua madre, la sua storia, i suoi tormenti, le sue speranze. Negli scritti della Aleramo trova conforto, liberandosi, in parte, dai sensi di colpa che hanno dominato per anni la sua anima, da sentimenti contrastanti che hanno influenzato il rapporto con sua madre. Anche nell’amore le due donne sembrano percorrere strade parallele, quel desiderio di amare incondizionatamente le fa prigioniere di uomini superficiali o folli. I loro destini si incontrano in quella soffitta di via Margutta dove troveranno pace e silenzio, in cui ogni pezzo della loro vita va al proprio posto e tutto inizia ad avere un senso.

“Qualcuno ha scritto che il dolore può essere utile. Mi chiedo quanta sofferenza bisogna ingoiare per scrivere una storia che aiuti chi soffre. Sibilla ce l’ha sempre fatta. Lei ha usato la scrittura per rammendare gli strappi della sua vita. E ci è riuscita. Per lei e per molte altre donne. Per Costanza e anche per me.”

Le Sibille

è un libro meravigliosamente intimo, immenso, struggente. Anche questa volta Vincenza Alfano ha toccato le corde più profonde dell’animo del lettore. Con una scrittura implacabile ha creato un sottile legame tra due donne inquiete, passionali, che lottano per la libertà individuale. Quante Sibille ci sono state nel corso della storia e quante ne incontreremo ancora nel nome di una giusta identità?

Donne che hanno rischiato di perdersi, di restare recluse in un angolo di vita predestinata, non si sono piegate e l’amore per la lettura, la passione per la scrittura e quel pizzico di sana follia che le ha contraddistinte ha dato loro il coraggio di cambiare il proprio destino. Un libro che coniuga letteratura e storia sociale. Una lettura profonda che esplora il mondo femminile attraverso la voce delle donne. Un romanzo nel romanzo in cui Vincenza Alfano ci induce a riflettere quanto il ruolo della donna nel corso dei tempi era condizionato e imprigionato da convenzioni sociali e quanto, donne come Sibilla Aleramo, Costanza ed Emma, le protagoniste di questo emozionante romanzo, abbiano pagato caro le loro scelte e quanto ancora le donne dovranno lottare per scardinare gli stereotipi femminili.

Un viaggio interiore, quello che la scrittrice compie, tra sentimenti profondi, disagio mentale e legami filiali tormentati, che rende con la magia delle parole la lettura indimenticabile.

L’autrice

VINCENZA ALFANO, napoletana, è scrittrice, giornalista, docente di italiano e latino. Collabora con la pagina culturale del «Corriere del Mezzogiorno», dove scrive di libri e di eventi culturali con interviste ad autori e personaggi di rilievo.
Si occupa di consulenza editoriale e scouting letterario e ha fondato e conduce l’Officina delle parole, laboratorio di scrittura creativa presso la libreria IoCiSto. Dal suo romanzo Perché ti ho perduto (Giulio Perrone Editore 2021) è stato tratto il film per la tv Folle d’amore, prodotto da Rai Fiction e Jean Vigo per la regia di Roberto Faenza. Con Solferino ha pubblicato La guerra non torna di notte (2023).

Dettagli del libro

Titolo: Le Sibille

Autore: Vincenza Alfano

Edizioni: Solferino, 2025

Collana: Affreschi

Pagine: 192

Prezzo: 16,15 €

Link di acquisto: https://www.amazon.it/sibille-Vincenza-Alfano/dp/8828216379/ref=tmm_pap_swatch_0?_en

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