a cura di Giovanna Ferro
“Vi sono perdite che comunicano all’anima una sublimità, nella quale essa si astiene dal lamento e cammina in silenzio come sotto alti neri cipressi ” F. W. Nietzsche
Jacqueline du Pré famosa in tutto il mondo, conosciuta come una delle più grandi virtuose del suo strumento: il violoncello
Nacque ad Oxford, in Inghilterra, il 26 gennaio 1945 da padre anglo-francese, Derek, e madre polacca, Iris.
Jacqueline sviluppa una spiccata propensione per la musica tanto che a soli 4 anni, ascoltando il suono del violoncello alla radio durante un programma della BBC “Children’s Hour”, chiese a sua madre “uno di quelli“. La mamma, una pianista professionista e insegnante di musica, le compra un violoncello ed inizia a prendere lezioni, mentre Hilary, la sorella maggiore, studiava flauto e la mamma componeva per loro piccoli pezzi.
All’età di cinque anni iniziò a studiare alla London Cello School con Alyson Dalrymple a Londra e lo stesso anno, nel 1951, suonò per la prima volta in pubblico. A otto anni è già in tv ad esibirsi, partecipa a diversi concorsi di fama internazionale, vincendoli
Studiò con il violoncellista William Pleeth alla Guildhall School of Music and Drama,il suo “cello daddy”, come lo chiamava lei, perchè fu una delle sue persone preferite al mondo, in quanto era più vicina a lui che alla sua famiglia.
Jacqueline fu la più giovane vincitrice del prestigioso premio Guilhermina Suggia, a soli dieci anni. NeI 1960, vinse la medaglia d’oro della Guildhall school of Music a Londra ed il premio della Regina per i musicisti inglesi.
Proseguì gli studi con violoncellisti di spicco come Paul Tortelier, Pablo Casals e Mstislav Rostropovich. All’età di 16 anni, la du Pré fece il suo debutto alla Wigmore Hall a Londra accompagnata al pianoforte da Ernest Lush.
Famosa in tutto il mondo, resa celebre soprattutto grazie alla sua interpretazione del Concerto per violoncello op. 58 di Elgar Edward Elgar, suonato per la prima volta quando aveva appena 17 anni, alla Royal Festival Hall di Londra nel 1962, che divenne il suo pezzo preferito. Brano che già all’età di 13 anni, William Pleeth le fece studiare, tanto che Jacqueline riuscì a memorizzare in soli quattro giorni, e che eseguì, secondo Pleeth, “quasi perfettamente“.
Il critico musicale Neville Carduss definì questa performance “Un canto del cigno di rara e impalpabile bellezza”
L’ interpretazione del Concerto viene spesso descritta come “leggendaria” e “definitiva“. Lo stesso violoncellista Rostropovič, dopo aver ascoltato la du Pré, in una delle sue memorabili interpretazioni, decide di non affrontare mai più questa composizione.
Ascolto– Concerto per violoncello op. 58 di Elgar Edward Elgar
https://www.youtube.com/watch?v=qJn86UJPmEo
Nel 1965, du Pré incise il Concerto per violoncello di Elgar per la EMI con la London Synphony Orchestra e questo le procurò riconoscimenti internazionali. Tale incisione da allora è diventata un punto di riferimento.
Per tutta la carriera suonò con le orchestre più prestigiose ed i direttori più affermati.
Jacqueline principalmente suonò con due violoncelli di Stradivari: lo Stradivarius 1673 ed il Davydov Stradivarius del 1712. Entrambi gli strumenti le vennero regalati dalla sua madrina Ismena Holland. Suonò con lo Stradivarius 1673 dal 1961 al 1964, quando acquisì il Davydov. Lynn Harrell, violoncellista statunitense acquistò lo Stradivarius 1673 , ribattezzandolo “Stradivari du Pré” come tributo a lei e lo ha tenuto fino al 2006.
Fu con il Peresson ,costruito da Sergio Peresson, liutaio friulano emigrato negli Stati Uniti, che Jacqueline du Pré suonò per il resto della carriera fino al 1973, inclusa la famosissima registrazione dal vivo del Concerto di Elgar e la sua ultima registrazione in studio nel 1971 delle Sonate di Fryderyk Chopin e César Franck.
Jacqueline ricevette svariate borse di studio dalle accademie musicali e lauree honoris causa da varie università, come riconoscimento al suo contributo alla musica.
Sembrava ballasse quando suonava il violoncello. Con i suoi lunghi capelli biondi sciolti, i gomiti che si aprivano come ali e la mano sinistra come elettrificata dal suo vibrato distintivo: una forza della natura. Sempre sorridente, modesta e timida, ma anche incredibilmente determinata e onesta.
Jacqueline du Pré ha legato, in parte, la sua vita personale e di musicista a Daniel Barenboim, pianista e direttore d’orchestra argentino, tutt’ora stimato ed apprezzato in tutto il mondo, diventato suo marito.
I due musicisti si conobbero nel capodanno del 1966. Il loro matrimonio si celebrò nel giugno del 1967 al Muro del Pianto di Gerusalemme, dopo la guerra dei sei giorni in Israele, per il quale lei si convertì all’ebraismo. I legami di Jacqueline con Israele e la tradizione ebraica sarebbero rimasti con lei per tutta la vita.
Fu così che nacque una delle più fruttuose relazioni nel mondo musicale. Alcuni la paragonarono a quella tra Clara e Robert Schumann. Dal loro matrimonio nacquero due figli David Arthur e Michael.
Molte furono le esibizioni che li videro insieme sul palcoscenico.
Ascolto
Jacqueline du Pré e Daniel Barenboim – Brahms Cello Sonata No. 2, Op.99 -II. Adagio affettuoso
https://www.youtube.com/watch?v=bdN55_o8LLU&list=RDbdN55_o8LLU&index=1
Nel 1971 l’abilità nel suonare di Jacqueline du Pré s’avviò verso un irreversibile declino quando cominciò a perdere sensibilità nelle dita e in altre parti del corpo. Per un anno si ritirò dalle scene, credendo che i suoi sintomi fossero radicati nello stress psicologico.
Nel 1973 du Pré riprese le attività concertistiche, nonostante i sintomi della malattia fossero evidenti, tanto che le recensioni dei concerti erano più fredde. Fu un segnale del fatto che il suo stato di salute stesse peggiorando e condizionando le sue prestazioni.
Nei suoi ultimi concerti londinesi suonò il Concerto per violoncello di Elgar nel febbraio del 1973 con Zubin Metha e la New Philharmonia Orchestra. I suoi ultimi concerti pubblici furono a New York nel febbraio del 1973.
Ascolto
Barenboim, Zukerman e du Pré: Beethoven – PianoTrio in Re M, Op.70 No. 1 “Ghost”
https://www.youtube.com/watch?v=ReZeyI8Z5wk
Purtroppo nell’ottobre del 1973 le venne diagnosticata la sclerosi multipla di tipo maligno, incurabile e degenerativa che la costrinse a ritirarsi definitivamente dalle scene.Costretta sulla sedia a rotelle, impartisce lezioni private senza poter più suonare lo strumento. Fu allora che Barenboim si allontanò dalla violoncellista e per questo venne profondamente criticato. Per anni venne ritratto come il marito che lasciò la moglie morente, ma nel 1999,con l’uscita di un libro e un film “Hilary and Jackie” sulla vita della Du Prè, emerse un aspetto inedito della violoncellista, quello di una moglie che l’aveva tradito con il cognato, il direttore d’orchestra Christopher Finzi “Kiffer”.
La relazione tra Jacqueline e Kiffer avrebbe avuto il consenso della sorella Hilary: ella pensava che questo potesse essere un modo per aiutarla a superare un difficile momento, causato dalla crisi matrimoniale e dalla scoperta di essere malata.
Morì il 19 ottobre del 1987 a soli 42 anni
Jacqueline du Pré ha lasciato un’eredità musicale straordinaria ancora viva nel nostro tempo.
“E’ così difficile parlare di una moglie che è una leggenda, è una delle più grandi musiciste mai vissute. Se fosse sopravvissuta, suonerebbe ancora.”
Daniel Baremboin
Per gli inglesi è una vera gloria nazionale.
“Ci sono cose in questo mondo, pochissime, che vanno oltre le parole. Jacqueline du Pré era una creatura al di là delle parole.” Toby Perlman, moglie dell’amico violinista
La vita di Jacqueline du Pré rimane una delle più strazianti nella storia della musica, una violoncellista dal talento illimitato, l’affetto che la sua memoria continua a ispirare è una testimonianza della sua eredità immortale come musicista e come essere umano.
Giovanna Ferro