a cura di GIOVANNA FERRO
“ Dio aveva bisogno di Mozart per palesarsi al mondo”
questo disse il commediografo Peter Shaffer nel suo dramma Amadeus.
Trentacinque anni e dieci mesi di vita , più di seicento composizioni: una musica sublime, che a distanza di oltre duecento anni continua a parlare al cuore, al cervello, all’orecchio, generazione dopo generazione.
“ Quale visione del mondo migliore ci hai dato,Mozart!” Schubert
Il 27 Gennaio del 1756 na sce a Salisburgo Wolfgang Amadeus Mozart.
Non poca importanza ha , nella vita di Mozart, la storia dei genitori. La madre, Anna Maria Pertl è una donna semplice, ma è da elemento equilibratore nei complessi rapporti tra Amadeus e il padre; il padre Leopold , ottimo violinista e vice-maestro di cappella alla corte dell’arcivescono di Salisburgo, oltre che compositore ed autore di un pregevole trattato per violino, fu lui che valorizzò le prodigiose doti musicali di Amadeus.
Infatti, Amadeus non ha ancora cinque anni che scrive le prime note di un Concerto per clavicembalo: il padre lo esamina, e quello che legge è di una tale difficoltà che nessuno sarebbe in grado di eseguirlo. Leopold comincia a rendersi conto che ha a che fare con un bambino fuori dal comune. Comincia a tenere un quaderno dove trascrive le prime composizioni di Amadeus, dove vi troviamo i primi cinque numeri di catalogo ,K.* 1/5: un Allegro per pianoforte e quattro Minuetti, melodie piacevoli e aggraziate.
Amadeus ha una sorella più grande, Nannerl, che studia il clavicembalo, e il padre decide che è tempo di esibire i due bambini. Dopo una prima esibizione a Monaco per il principe di Baviera, Leopold decide di partire, con la famiglia alcompleto, per una tournèe.
Per tre anni e mezzo trascina i figli di capitale in capitale, di corte in corte, e ovunque Amadeus fa strabiliare il pubblico.
C’è un episodio tenero e buffo che racconta un gran scivolone di Amadeus, mentre si trova alla corte dell’ imperatore Francesco I, sui lustri pavimenti di legno degli appartamenti della reggia; a soccorrerlo è la piccola Maria Antonietta, figlia imperiale e futura regina di Francia, che lo aiuta a rialzarsi: “ Sei buona, ti sposerò” le sorride Amadeus.
Dopo un breve rientro a Salisburgo, durante il quale inizia, per Amadeus, “l’abitudine “ di ammalarsi anche se durante la convalescenza studia e compone,si riparte, mete Londra e Parigi. Durante il viaggio si fermano a Monaco, a Francoforte, dove un giovane Goethe ascolterà i piccoli Mozart in concerto. A Ludwigsburg Amadeus conoscerà Niccolò Jommelli, a Schwetzingen potrà ascoltare la famosa Orchestra Sinfonica di Mannheim, diretta da Cannabich, uno dei centri musicali più importanti d’Europa. Poi nei Paesi Bassi, a Bruxelles, Amadeus continua a studiare e rimane affascinato dalle mostre dei pittori fiamminghi.
Un mondo fantasmagorico e velocissimo si sgrana davanti agli occhi di un bimbo prodigio: si può solo immaginare l’effetto.
A Parigi incontrerà alcuni dei più bei nomi della musica, da Schobert a Eckard, i filosofi Diderot, Rousseau, D’Alembert, che introdurranno Amadeus nelle grandi famiglie nobili ed intellettuali di Parigi. Ha sette anni quando scrive quattro Sonate per pianoforte, K. 6,7,8,9, con accompagnamento, secondo la moda del tempo, di violino.
Giunti a Londra, la famiglia Mozart è ospite alla corte del re Giorgio III, principe di Hannover, Leopold, nel 1764, scrive ll’amico Lorenz Hagenauer “ La gentilezza con cui, tanto Sua Maestà il Re che la Regina, ci hanno ricevuto è indecrivibile[..] entrambe queste amabilissime perone ci hanno fatto dimenticare che esse sono il Re e la Regina d’Inghilterra. In tutte le cortisiamo stati accolti con grande gentilezza, ma la cortesia che abbiamo sperimentato qui supera tutte le altre…”. E’ in questo periodo che Amadeus scrive le sue prime Sinfonie: la K. 16, per piccola orhestra, una delle più belle Sinfonie dell’infanzia, cui segue la K. 19.
Alla corte del principe d’Orange all’Aja esegue per la prima volta la Sinfonia K. 22, cui seguiranno sei Sonate per pianoforte e violino, K. 26/31.
Finalmente alla fine di novembre del 1766 il rientro a Salisburgo.
Amadeus ha quasi 11 anni ,ha visto grandi cose, ha folgorato l’Europa del Nord. E’ maturato tanto che presto non sarà più il bambino prodigio, un fenomeno da mostrare, perchè l’età non glielo consente più, d’ora in poi il suo prodigio lo deve dimostrare.
Mozart a soli 11 anni, dopo la tournèe europea, riesce a scrivere un Oratorio “L’obbligo del primo comandamento”, K. 35, composto a sei mani e in tre parti: la prima è sua, la seconda di Michael Haydn e la terza di Adlgasser: La leggenda racconta che il committente, l’Arcivescovo Schrattenbach, lo chiuse in una stanza per tutto il tempo della scrittura, per provare che fosse lui l’autore. L’Oratorio viene rappresentato nel 1767. Scrive i primi Concerti per pianoforte e orchestra, K. 37, 39, 40, 41.
La famiglia Mozart riparte per un’altra tournèe che durerà fino al 1769. In quel momento un grave lutto a corte e un’epidemia di vaiolo non fa di Vienna una capitale non accogliente, tanto che i Mozart riparano a Olmutz, ma i due ragazzi non passano indenni dal contagio. Amadeus scrive, dopo la malattia, un Singespiel, cioè una forma teatrale costruita su parti cantate e parti recitate, su narrazioni fiabesche e linguaggio realistico popolare.
A commissionarlo è un medico austriaco Franz Anton Mesmer “inventore” della teoria del magnetismo animale, che infiammò molte fantasie nell’ Ottocento.
L’Opera che il medico desiderava era la storia due amanti e un mago, tratto dal librettista Weiskern da un testo di J.J. Rousseau Le devin du village. Mozart consegna un’Opera freschissima Bastien und Bastienne, K. 50, , che viene rappresentata nella residenza di Mesmer.
A Mozart viene commissionata La finta semplice, K.51, opera buffa in tre atti su testo di Goldoni. Questo ragazzino di 12 anni suscita negli altri musicisti una profonda invidia, ritenendolo un bluff che trovano qualsiasi stratagemma per coglierlo in fallo. Mozart non cade nelle loro trappole, ma la messa in scena de La finta semplice viene rimandata. Su richiesta dell’ Arcivescovo viene rappresentata l’anno successivo.
Nel 1769 arriva il momento del suo viaggio in Italia. Secondo papà Mozart Amadeus non ha più l’età dell’ enfant prodige, quello che deve meravigliare di lui è come esegue e come scrive.
A fine Settecento l’Italia è sinonimo di Melodramma, una tradizione gloriosa qui nata un secolo prima, dal quale Mozart viene catturato. Sarà proprio in Italia che il genio Mozart , chiuso il capitolo del bambino prodigio, darà i primi straordinari bagliori, sarà il periodo più felice della sua vita.
Viene accolto da grandi musicisti, Sammartini a Milano, dove padre e figlio parteciparono a
feste, che fruttarono la commissione per Amadeus di un’Opera da rappresentarsi per il Natale “Mitridate Re di Ponto”, su libretto del torinese Cigna-Santi; musicò Ascanio in Alba su versi di Giuseppe Parini e Lucio Silvadi Giovanni da Camera. A Bologna prese lezioni da padre Martini, all’Accademia filarmonica;a Firenze conosce Nardini. Giunsero finalmete a Roma dove li accoglir, non senza perplessità il cardinale Pallavicini.
Il racconto di uno degli storici prodigi di Amadeus è che dopo aver ascoltato una sola volta nella Cappella Sistina il celebre Miserere di Gregorio Allegri ( che non poteva venir copiato, né dato in lettura, pena la scomunica) lo trascrive tutto a memoria. I Mozart sono molto colpiti dalle bellezze di Roma e dal fasto della corte pontificia. In una lettera in italiano alla sorella Amadeus descrive le sue giornate, divise fra funzioni in chiesa, concerti, ricevimenti, composizione e per fortuna anche divertimenti. Si firmava scherzosamente “ Sono Wolfgango in Germania e Amedeo in Italia” e datava la sua lettera “Roma caput mundi ,il 25 aprile anno 1770 e l’anno prossimo 1771, davanti come dietro e doppio in mezzo”. Mozart si riferiva al fatto che il numero era palindromo, dimostrando una volta di più il gusto per i numeri e per l’enigmistica.
E l’ora di Napoli, sulla quale, sul Vesuvio, sui reali, Amadeus racconta le sue impressioni in una lettera alla sorella “ Qui il popolo, i ‘lazzaroni’, ha un capo che riceve ogni mese dal re 25 ducati d’argento solo per tenere l’ordine fra i ‘lazzaroni’”. A Napoli assistono all’Opera di Jommelli “Armida innamorata” che lui ritiene “bella, ma troppo seria e vecchia per il teatro”.
L’Italia per Amadeus è il paese dei sogni. Al suo ritorno a Salisburgo, dove lavita diviene sempre più insopportabile, scrive in una lettera a Padre Martini:” Quante volte dal desiderio d’esser vicino a voi . Vivo in un paese dove la musica ha poca fortuna”.
Passa il tempo a scrivere musica sacra e profana, mottetti e litanie, sonate e concerti.
Qui viene in urto con l’arcivescovo e lascia il servizio come violino di spalla alla Cappella. Urge il bisogno di guadagnare e quindi non gli resta che esibirsi come virtuoso, suonatore ovunque e di tutto: passa dall’organo al violino, dal violino al clavicembalo.
Gli amici lo esortano a ritornare a Parigi, ma nel frattempo a Mannehim si innamora della cantante Aloysia Weber. La famiglia è nell’indigenza e il padre lo richiama alla triste realtà: torna a Parigi, qui muore la madre che lo accompagna. Ma la sua avversione per i francesi è irriducibile, così scrive:
” Se la gente a Parigi avesse orecchie e cuore per sentire e quel minimo indispensabile d’intelligenza e di buon gusto per la musica, io mi riderei di tutto. Ma sono circondato di bruti e di imbecilli…”
Nel 1781 rappresenta l’Idomeneo composto per il teatro di Monaco; nello stesso anno scrive Ilratto del serraglio. Si stabilisce a Vienna senza incarichi professionali fissi e nel 1782 sposa Costanza Weber, sorella di Aloysia, contro la volontà paterna: qui conduce una vita di privazioni.
I momenti di successo e di un certo benessere economico, coincidono con le rappresentazioni delle sue opere: Le Nozze di Figaro, ben accolta a Vienna, e il successo trionfale a Praga del Don Giovanni.
ASCOLTO – Ouverture da Le Nozze di Figaro https://www.youtube.com/watchv=pb1tlh9xn38
“Non più andrai, farfallone amoroso” https://www.youtube.com/watch?v=bKBGRO-GYYo
dal Don Giovanni “Là ci darem la mano” https://www.youtube.com/watch?v=iJnJjpMdT3Y
Intanto la fama di Mozart si spande rapidamente, ma aumenta anche la sua miseria. La
situazione peggiora per una malattia della moglie, ma negli ultimi tre anni scrive la sua maggiore produzione: le ultime tre Sinfonie, scritte in tre settimane, Così fan tutte, Il flauto magico, La clemenza di Tito: il Requiem che resterà incompiuto.
ASCOLTO Sinfonia n. 25 in sol min K183 https://www.youtube.com/watch?v=ApvqOhbsriA
Sinfonia n. 35 in re mag K385 https://www.youtube.com/watch?v=yw92MJruqsk
Muore nel 1791 a Vienna, di nifrite cronica, ma anche di sfinimento per essersi sottoposto ad un lavoro intenso sin da bambino.
Sinfonia n. 38 in re mag K504 https://www.youtube.com/watchv=xkN8UFNVVOo
Sinfonia n. 40 in sol min K550 https://www.youtube.com/watch?v=qzBwa2jI1Oc
Sinfonia n. 41 in sol min K551 https://www.youtube.com/watchv=WRf70SaNCok
49 Sinfonie: composte tra il 1764 e il 1788, mostrano l’evoluzione strumentale di Mozart e la maturazione del suo genio. Nelle prime evidente è l’influenza di Bach, le ultime lsciano presagire Beethoven, per l’intensità espressiva, il carattere energico dei temi l’armonia più evoluta.
La n. 25 ,compendia già la vasta esperienza e maturità del compositore.
La n. 35 “Haffner”, composta come serenata su preghiera del padre e poi rielaborata come Sinfonia fu destinata a festeggiare il borgomastro di Salisburgo “Haffner” in occasione del conferimentodi un titolo nobiliare.
La n. 38 “di Praga”, l’Adagio è ricco di contrasti e di sviluppi ora drammatici, ora pieni di mestizia; l’Allegro prelude a sviluppi grevi di espressione; l’ Andante di carattere pastorale; la presenza del Minuetto e il Presto dove riprende l’allegro iniziale.
La n. 40, è pervasa da uno spirito di intima mestizia. Si conclude dolorosamente come s’era iniziata, canto amaro e sublime di un uomo che sembra presentire l’immatura fine.
La n. 41 “Jupiter”, Classicamente protesa a coronamento dellaproduzione sinfonica di Mozart, illuminante affermazione difede razionale, imponente testamento spirituale d iun artista grandissimo.
17 Sonate per pianoforte, 5 a quattro mani, 5 fantasie, variazioni e piccoli pezzi
ASCOLTO Sonata per 2 pf, K.448 https://www.youtube.com/watch?v=9iePyP2HOr8
pianisti Daniel Barenboim & MarthaArgerich
Sonatas K282, K545, K310 https://www.youtube.com/watch?v=qknbWY_i_1A
pianista Sviatoslav Richter
Wolfgang Amadeus Mozart, di formazione “europea” operò in un ambiente ricco di stimoli e più che mai atto a valorizzarne il suo genio. In lui convengono le esperienze di più civiltà musicali: i lunghi viaggi lo portarono a contatto con la musica francese e il suo aggraziato rococò , con la scuola italiana e il relativo “bel canto” allora più che mai imperante, con la tradizione barocca tedesca e la scuola di Mannehim. Tutte queste esperienze furono assorbite dal giovane Mozart che seppe intuitivamente sceverarne gli elementi più caratteristici che plasmò e fuse nella sua inconfondibile personalità.Partito dall’opera italiana, iniziò l’opera tedesca, dando via ad un genere che nel secolo successivo raggiungerà grande splendore.
Mozart è l’unico musicista che sia riuscito ugualmente grande in tutti i generi: religioso e profano, teatrale e strumentale.
Le opere teatrali si distinguono da quelle dei contemporanei per l’equilibro fra la libertà dell’invenzione musicale e le esigenze drammatiche delle vicende rappresentate.Le arie, i concertati, i cori, irecitativi esprimono fedelmente i sentimenti, ma sono al tempo stesso brani di rara bellezza vocale ed orchestrale.
Nella musica strumentale non introdusse sostanziali innovazioni di forma; egli adottò lo schema di Haydn, senza apportarvi modifiche. La scrittura per orchestra è più densa di quella haydniana. Ispirandosi al quartetto d’archi, Mozart creò il quintetto e il quartetto con pianoforte.
La sua arte si sviluppò in tre periodi: il primo di assimilazione, il secondo di ricerca stilistica, l’ultimo di massima espressione, anche quando i dolore rende più tormentate le sue esperienze umane ed artistiche.
K* Ogni composizione di Mozart è normalmente contrassegnata con un K seguito da un numero. Si tratta della numerazione data alle opere da L. Von Kochel (da cui deriva l’abbreviazione K) nel suo catalogo pubblicato per la prima volta nel 1862.Nei programmi dei concerti viene conservata la numerazione tradizionale della prima edizione, l’abbreviazione KV, che sta per Kochel-Verzeichnis, cioè catalogo Kochel.
Video tratto dal film Amadeus https://www.youtube.com/watch?v=Cy10pGVmc20