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SALERNO LETTERATURA FESTIVAL 9a edizione

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a cura di Giovanna Ferro

Gli ultimi due giorni, quelli del 25 e 26 giugno, di Salerno Letteratura sono stati intensi e carichi di emozioni. Tanti gli incontri con scrittori. Di seguito ve ne propongo qualcuno.

Daniela Ranieri, antropologa, scrittrice, giornalista del Fatto quotidiano, dove scrive di politica e cultura, presenta il suo ultimo romanzo Stradario aggiornato di tutti i miei baci edito da Ponte alle Grazie.Si tratta del diario di una donna in dialogo costante con se stessa e con il mondo, dal quale emergono ossessioni, il rapporto con l’amore e il corpo, ipocondria e nevrosi. Dalla pandemia di Covid-19 alla vita quotidiana di Roma, tutto viene fatto oggetto di narrazione ironica e burrascosa, ma in special modo le relazioni d’amore: le tante sfaccettature di Eros – l’incontro, il flirt, il piacere, le convivenze sbagliate, la violenza, l’idealizzazione, la dipendenza, l’amore puro – vengono sviscerate nello stile impareggiabile dell’autrice, un misto di strazio, risentimento, ironia impastati con la grande letteratura europea. Grazie a una voce femminile estranea a qualunque cliché, Stradario aggiornato di tutti i miei baci è un esempio originale di abilità narrativa, capacità di osservazione e intelligenza profonda.

 Incontro con Jonathan Bazzi che presenta Febbre edito da Fandango.Il romanzo autobiografico alterna il presente del 2016 al passato del bimbo cresciuto a Rozzano, facendo emergere l’incredibile forza di un ragazzo che vuole vivere e vive, lasciando che la sopravvivenza appartenga a chi non sa di poter andare oltre. Bazzi rivela un talento narrativo capace di fare la differenza, regalandoci una storia di debolezze umane e resilienza, che esula dai giudizi e sposta il baricentro sull’accettazione delle fragilità.Una febbre che arriva un giorno di gennaio e non va più via: costante, spossante. Poi, la scoperta: Jonathan è sieropositivo. La diagnosi dà inizio a un viaggio all’indietro, nella storia del protagonista. La vita difficile in periferia, Rozzano, il desiderio di riscattarsi, di accettarsi. Un esordio di successo. In dozzina allo Strega del 2020, sarà portato presto sullo schermo. La rivelazione di un nuovo scrittore, che racconta al pubblico di Salerno Letteratura il suo cantiere espressivo ed emotivo.

Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e rendono diverso. “

Alessandro Valenti autore di Ho provato a morire e non ci sono riuscito edito da Blu Atlantide, giovane esordiente, vincitore del premio Bagutta Opera Prima. Ho provato a morire e non ci sono riuscito è l’oggetto della mail che Valenti inviò all’editore, con all’interno il testo di questo primo romanzo. L’autore racconta di sé e di quando a 14 anni lui, cresciuto in una bella casa di Verona, conosce su Instagram Emma, sua coetanea che vive in una periferia di Roma. Si innamorano, poi si incontrano. Emma però è cinica, incostante. Moltiplica storie parallele, alcune vere e altre le inventa, e Alessandro ne soffre, ma non si sottrae. La famiglia nel frattempo contrasta l’unione, ma lui imperterrito scappa, si trasferisce a Roma, si inventa una nuova identità pur di stare con Emma. Gira con un coltello in tasca e rischia la morte più volte, si scontrerà con la solitudine, la disapprovazione sociale, la mala romana.Raccontato in prima persona, direttamente dal protagonista, ci permette di immergerci totalmente nella storia. Alessandro racconta e rappresenta al meglio la generazione “millennials”, quella dei primi anni duemila, cresciuta ad Instagram e Tik Tok. Una generazione devastata dai social network, infettata dall’invadente presenza della tecnologia.

Susanna Tartaro, curatrice del noto appuntamento radiofonico sui libri Fahrenheit, nonché responsabile dei programmi culturali di Radio3, autrice di La non mamma edito da Einaudi, in pochi versi, simili agli haiku giapponesi, si mette nei panni di chi i bambini ce li ha davvero, sfidando tutti e rispondendo con questo suo libro a una famosa frase:

“Tu non puoi capire, non hai figli”.”Ma perché non posso capire? È a questo che ho cercato di dar voce”.

Annotato in anni recenti di peregrinazioni tra la città, la redazione, la propria camera da letto, gli appartamenti degli amici, le stanze di albergo, La non mamma è un collage lucido e poetico di haiku, non nel senso rigoroso dei tre versi giapponesi, ma per il dono della semplicità profonda.

Simonetta Agnello Hornby presenta il romanzo Piano nobile edito da Feltrinelli.“Nel mio libro c’è un pezzo di Francesco Durante”dice la scrittrice”Uno dei pochi intellettuali puliti che abbia conosciuto. Non è stato l’unico, ma è sicuramente la persona alla quale sono stata più legata”. La AgnelloHornby, ha voluto ricordare così Francesco Durante, per anni direttore artistico del festival, prematuramente scomparso. E il lavoro di Durante, le sue ricerche, il suo impegno etico profuso nella cultura, sono stati alla base di una porzione importante del suo ultimo libro, Piano nobile, presentato nell’atrio del Duomo, secondo volume di una trilogia iniziata con Caffè amaro e che vedrà in libreria a ottobre Punto pieno.“Le famiglie sono famiglie, e chissà ancora per quanto impediranno, nasconderanno, confonderanno.Una maestosa trilogia dal sapore siciliano. Questo secondo episodio inizia dall’estate 1942 in cui è in atto la II guerra mondiale fino alla metà degli anni cinquanta. La storia di una famiglia siciliana nobile, i cui componenti sono della discendenza baronale Sorci, che vede finire un mondo e nascerne uno nuovo. Un romanzo a più voci come in un concerto in cui i personaggi principali del capitolo danno la loro personale versione dei fatti attraverso memorie, testimonianze che sottolineano l’animo umano fatto di gelosie, vendette, ripicche e passioni.Sulla copertina del romanzo c’è ritratta l’immagine della nonna materna della scrittrice Maria Caramazza, il dipinto fatto dal pittore Francesco Camarda, la cui frase è presente nel libro: “Esprime la sua effettiva intesa capacità di carpire l’animo di chi ritrae”.

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 Incontro con i finalisti Naoise Dolan, Edouard Louis, Elvis Malaj del Premio Salerno Libro d’Europa accompagna il festival fin dalla prima edizione. La terna dell’edizione 2021 Premio, sottoposta alla lettura della giuria popolare, è composta da: Il mare è rotondo , edito da Rizzoli di Elvis Malaj, Tempi eccitanti edito da Atlantide di Naoise Dolan, Chi ha ucciso mio padre edito da Bompiani dÉdouard Louis. La scelta è caduta su tre giovani autori assai diversi tra loro, un francese, una irlandese e un italo-albanese, tutti, seppur giovanissimi, già riconosciuti oltre i confini nazionali e capaci di trattare temi forti con una personalità stilistica già sorprendente.

Autilia Avagliano presenta Din Don Down! La storia di Alberto e della sua famiglia che imparò a volare con lui, edito da Marlin.

“Il dispiacere iniziale dovuto alla nascita di un figlio con sindrome di Down, che si trasforma via via in forza da utilizzare per contribuire, a proprio modo, a rendere il mondo un po’ più adeguato per tutti, anche per chi, apparentemente, non sembra omologabile in prototipi di bellezza o di performance predeterminate

dice la scrittrice, mamma di Alberto. La Avagliano inizia a scrivere questo libro come analisi introspettiva del suo essere madre di un figlio con disabilità. Allo sconcerto iniziale alla nascita, è subentrato poi, col passare degli anni, una sempre maggiore consapevolezza di quanto sia in salita il percorso di una persona con disabilità, di quanto sia distante una vera inclusione sociale, scolastica e lavorativa, confermata da mille esperienze che enfatizzano le diversità piuttosto che appiattirle. Ma giorno dopo giorno, quella stessa disabilità ha fatto sempre più spazio alla Persona e non alla sua condizione, persona capace di esprimere sentimenti fuori dal comune che gioiosamente travolge e insegna e che, piano piano, capovolge i ruoli, insegnando a vivere e a cogliere l’essenza stessa della vita.Gli introiti saranno donati dall’autrice a favore di progetti d’inserimento lavorativo di persone con sindrome di Down nell’ambito dell’APDD, Associazione Persone con Sindrome di Down e Disabilità intellettiva.

 Incontro con Natale Rossi, autore di Poema di mare e di migranza edito da BertoniNella prefazione si legge:

… Mediterraneo, testo in versi, è poema che respira l’atmosfera tragica delle abbaglianze, delle speranze (o spiranze) e degli esiti dei flussi migratori”. E poi: “Nei paesi d’origine, la lotta alla fame, la fuga dalla guerra, dai cambiamenti climatici che desertificano, e, a volte lo strapparsi dalla schiavitù, la ricerca della sopravvivenza, il diritto alla vita, spingono masse di uomini, neri, e non, ad abbandonare i luoghi della propria cultura e interiore storia collettiva. Si cedono al mercato della migranza, sono captati da quello clandestino della tratta degli uomini e dei loro organi. Per le donne, spesso fanciulle e ragazze che partono per aiutare le famiglie, violenze e stupri, schiavitù e prostituzione non hanno verbo per narrarli. E poi il mare, il mar è Mediterraneo”.

Il poema manifesta il disagio per una realtà inaccettabile dalle poliedriche sfaccettature disumane.L’autore di Mediterraneo cerca di svegliare le coscienze umane ricordando i principi universali dell’umanità, in antitesi con le strumentalizzazioni demagogiche che alimentano un odio razziale mai sopito.Alla fine della prefazione, il professor Rossi spiega:

Per questo, Mediterraneo, poema di mare e di migranza’ ama coloro che in qualsiasi parte del mondo si trovino, sono in affanno per la ricerca di una loro identità, per la libertà di espressione, per il diritto alla vita, a vivere dove vogliono. In Dio, se si vuole, con Dio. Senza dio.

Maria Rosaria Selo presenta L’albero di mandarini edito da Rizzoli.La storia attraversa il Novecento come un’onda terribile e tenace, e ci racconta una vita eccezionale, fatta di sogni, di fatica e di passione.Fortissime le figure femminili che emergono dalle pagine del romanzo: Maria, Nunzia, Severina. Ma anche Pupella, prostituta affettuosa e materna; Elena, sorella di Maria, così diversa e determinata; Rosa, la figlia rinnegata di Severina, cresciuta in collegio; Silvia, la figlia amata, che soccomberà al dolore più grande che una donna possa sopportare. E le bimbe di Maria, Livia, Flavia e Rosaria, l’ultima nata che assorbirà su di sé tutte le contraddizioni, le angosce e i tormenti familiari. Ma su tutte si staglia Severina, dura e affilata come un diamante, cattiva, perfida. Un ruolo disegnato con grande forza. Donne indurite dai torti della vita, segnate da un destino di infelicità, rassegnate ma mai indomite, anzi per ciò stesso abituate a vivere a voce e a testa alta, senza paura, use a fare a pugni con la povertà. Donne che a volte si portano dentro lacerazioni dell’infanzia, violate da padri abbruttiti dall’alcol e dalla miseria, e da madri schiacciate che voltano il capo dall’altra parte per non farsi massacrare di botte.Il pregio del romanzo sta tutto nella contrapposizione dei personaggi femminili, nel loro riempire le pagine con la forza del proprio carattere.La storia attraversa il Novecento come un’onda terribile e tenace, e ci racconta una vita eccezionale, fatta di sogni, di fatica e di passione.

Maria Grazia Calandrone presenta il suo romanzo Splendi come vita edito da Ponte alle Grazieuna lunga lettera d’amore che la scrittrice dedica alla madre adottiva.La prima pagina di Splendi come vita riporta l’articolo tratto da un quotidiano datato 10 luglio 1965 nel quale si racconta la vicenda di Maria Grazia, bambina di 8 mesi, abbandonata dalla madre nel parco di Villa Borghese. Dopo il gesto disperato, la madre decise di togliersi la vita annegandosi nel Tevere e il padre la seguì nello stesso tragico destino. Maria Grazia venne dapprima affidata alle balie del brefotrofio di Villa Pamphili, poi felicemente adottata dai coniugi Calandrone. Il racconto di Maria Grazie parte dal momento in cui, a soli quattro anni, la madre le racconta della sua adozione. La “caduta nel Disamore”, così viene chiamata dalla protagonista, corrisponde al momento in cui tra lei e la madre adottiva si insinua una sottile distanza che, giorno dopo giorno, le allontana. Equivoci, accuse e sgarbi si sommano tra loro a definire un distacco incomprensibile, nato da una colpa mai compiuta. Una donna allo specchio, una poetessa, trova le parole esatte per dire il suo crescere al mondo, con tenacia, irriverenza, gioia e abbandono.

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Simona Lo Iacono autrice di La tigre di Noto edito da Neri Pozza. Simona Lo Iacono ha romanzato una delle storie più belle, e meno conosciute, dell’Italia civile. È la vicenda di Marianna Ciccone. Siciliana di Noto, Marianna si laurea in Matematica e poi in Fisica alla Normale di Pisa, unica donna del suo corso. Prosegue gli studi in Germania; e la conoscenza del tedesco giocherà un ruolo determinante nella sua vita. Tornata in Normale salva,seppellendoli, i libri della biblioteca dell’Istituto di Fisica dalle razzie della Gestapo e presidiare quel che restava dell’edificio dopo i bombardamenti, affrontando con fermo ciglio i soldati tedeschi. Il suo coraggio di cittadina e di scienziata fu così ripagato da una Nazione solitamente prodiga di onori: nonostante due abilitazioni a professore ordinario, le fu sempre negata la cattedra, in quanto donna. Sarebbe importante se questo libro desse avvio a un risarcimento postumo. La vita di Marianna Ciccone torna a noi grazie al ritrovamento di una lettera datata 1944 e firmata Luigi Russo, allora Rettore della Normale di Pisa.L’incontro con la scrittrice segna l’avvio della collaborazione tra Salerno Letteratura e Città della Scienza / Fondazione IDIS, in vista dell’edizione 2021 di Futuro Remoto.

Maurizio Serra autore di Amori diplomatici edito da Marsilio. Dopo le biografie di Malaparte e D’Annunzio, insignite rispettivamente di un Premio tre movimenti, la cui materia è un mondo, la diplomazia, che l’autore conosce dall’interno, essendo stato ambasciatore.Di quel mondo, Serra restituisce il senso di sradicamento, il nomadismo, la melancolia, la noia dell’attesa, la violenza dissimulata dietro rituali e protocolli, ma anche la stilizzazione estrema dell’esistenza imposta dal ruolo.L’ambasciatore Serra debutta nella narrativa con tre storie “a tema”, fra professione e passioni.

 Lo scrittore salernitano Manlio Castagna conosciuto per la saga di Petrademone ci racconta due delle sue ultime produzioni letterarie pubblicate da Mondadori: La notte delle malombre, romanzo di successo che narra la storia vera, potente, dimenticata della più grande sciagura ferroviaria europea, avvenuta in una galleria di Balvano il 3 marzo del 1944. Un libro che ci riporta nella vita quotidiana dei ragazzi a Salerno e a Napoli durante la seconda guerra mondiale, mescolando verità storica e spunti narrativi fantastici. La seconda opera è un manuale di cinema per ragazzi intitolato 116 film da vedere prima dei 16 anni, una guida illustrata splendidamente per scegliere i film giusti da vedere divisi per tema e per fascia d’età, con testimonianze di grandi protagonisti del cinema italiano contemporaneo.

  Jhumpa Lahiri autrice americana, nata a Londra da genitori bengalesi, presenta Il quaderno di Nerina edito da Guanda. Chi è Nerina? L’autrice dello scritto, la sua destinataria, la musa o semplicemente il titolo attribuito al testo? Parte da questo ritrovamento il racconto in versi di una donna che è l’alter ego dell’autrice, ma che vive di vita propria in queste pagine. Apolide, poliglotta e colta, la scrittrice ricorda gli studi classici, si sofferma sul rapporto con le parole e sulle relazioni familiari. Scrivendo in italiano, sua lingua di adozione. Entrando per la prima volta nella sua casa romana, l’autrice fa spostare un’antica scrivania, un mobile imponente, con il piano d’appoggio di cuoio consunto incorniciato da un bordo di legno. Dai cassetti foderati di carta fiorentina a gigli saltano fuori alcuni oggetti dimenticati dai vecchi proprietari: francobolli, un dizionario greco-italiano, un uncinetto, alcuni bottoni, la ricetta di una dieta e la foto di tre donne in piedi, sorridenti, davanti a una finestra. Infine, vengono ritrovati dei quaderni di diversi tipi e colori, tra cui uno verde con il nome “Nerina” scritto a mano sulla copertina.È questa la circostanza da cui prende il via Il quaderno di Nerina, costituito da 90 liriche ordinate in 7 sezioni.

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Giulio Busi, grande studioso di filosofia del Rinascimento e di mistica ebraica, autore di Indovinare il mondo. Le cento porte del destino edito da Il Mulino, ci conduce in un viaggio tra mito ed esperienza quotidiana, ponendoci di fronte a un tema, la divinazione. solo in apparenza marginale. Dopo quattromila anni di storia, è ancora possibile indovinare il mondo, presentirlo, intuirlo? Presagi, presentimenti, intuizioni e delusioni: indovinare il futuro è una pretesa impossibile o è una facoltà reale, capace di sorprenderci e turbarci?Divinità classiche, eroine della tragedia greca, indovini di antiche dinastie cinesi, saggi dalla millenaria sapienza indiana, visionari dell’Israele antico o contemporaneo, ma anche personaggi della storia recente o del nostro quotidiano. L’autore con questo libro ci fa entrare nella mente dei personaggi, immaginare il contesto in cui accadono i fatti narrati, riflettere sui dialoghi, approfondire le teorie o i concetti esposti e visitare altri mondi.

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