di GIOVANNA FERRO
Sei nato all’alba di una giornata di pioggia.
Due giorni prima avevamo festeggiato, col tuo papà, l’arrivo di un nuovo anno.
Tu scalpitavi, ti rigiravi nel mio pancione, forse per avvisarmi che da lì a poco saresti
arrivato a sconvolgerci meravigliosamente la vita.
Ricordo le prime notti con te in ospedale: sempre sveglio, con quegli occhietti vispi che si affacciavano al mondo con curiosità.
Tornammo a casa il giorno della Befana, mai regalo più bello avrei pensato che potessi
ricevere da quella buffa vecchina.
La tua cameretta pronta ad accoglierti, ma tu c’hai dormito solo molto, ma molto tempo
dopo.
Di notte ti guardavo dormire al mio fianco, sereno, ogni tanto accennavi un sorriso ed io
pensavo a se tu stessi sognando. Controllavo se respiravi, avevo il terrore che smettessi difarlo. Poi mi sono abituata a quel tuo sonno tranquillo e beato, dopo le tue ingorde poppate. Le giornata erano piene, tra pipì, cacche, cambio di pannolini, biberon e pisolini.
Che bella la nostra prima estate al mare. La tue sgambettate nell’acqua e quando qualche schizzo ti arrivava in viso piangevi disperato.
E poi il tuo primo Natale, il tuo sguardo incantato dalle luci del nostro albero, quante
palline finite spiaccicate a terra e la stanza riempita di giocattoli da nonni e zii.
Eccola, la tua prima candelina. Giornata piovosa, come il giorno in cui sei nato, ma dentro casa nostra c’era il sole, c’erano i colori dei tanti palloncini che riempivano la stanza. I parenti tutti a batterti le mani e ad invogliarti a spegnere la candelina. I tuoi occhioni si riempirono di lacrime e soffiai io al posto tuo. Ma fu bello lo stesso.
I tuoi primi passi. Non c’ero, ti ho visto attraverso un video, lasciavi la mano del tuo papà
e ti incamminavi impacciato e timoroso da solo. Ed io non c’ero, quanto mi è mancato quel momento, ero a combattere l’inizio di un grande battaglia.
Sono tornata, ci siamo ripresi la nostra vita: io al lavoro, tu all’asilo nido.
Sei stato bravo, un ometto giudizioso sin da piccolo. Quando venivo a prenderti, mi
vedevi arrivare e ti precipitavi, col tuo passo ancora incerto, a prendere lo zaino nel tuo
armadietto. Alzavi le braccia ed io ti accoglievo con gioia, come se non ci vedessimo da giorni. Ti sbaciucchiavo e tu ti aggrappavi al mio collo.
Amore mio, come vorrei tornare a quei giorni, quando tutto era così lontano e
inconsapevole.
Le tue prime recite, eri un piccolo scricciolo, i tuoi primi lavoretti, tutti conservati.
Delle poesie che ci recitavi, qualche parolina la saltavi, perchè più che recitarle ce le
cantilenavi. Per non parlare delle canzoncine, provavi sempre vergogna nel cantarle con gli altri.
Figlio mio, quanto mi hai fatto penare nel vederti sempre un po’ in disparte, timoroso,
diffidente nell’affrontare una nuova situazione.
Quante volte mi sono chiesta se tutto quello che mi stava accadendo avesse, in qualche
modo, condizionato il tuo carattere.
Ho cercato, seppur faticando, di darti tutta la serenità possibile e di infonderti sempre tanta positività. Spero che qualcosa ti sia arrivato.
Ti vedo nel tuo grembiulino nero e lo zaino, più grande di te, il tuo primo giorno di scuola. Ti abbiamo accompagnato io e papà.
Ti ha accolto una maestra che sorridendoti ti ha teso la mano, ma tu non volevi lasciare la mia. Ti ho incoraggiato ad andare con lei, anche se il mio cuore non avrebbe voluto.
Non si direbbe, timidone come sei, ma abbiamo sempre chiacchierato tanto io e te.
Mi chiedevi perchè stessi così male, perchè le mamme dei tuoi amici erano sempre con
loro ed io spesso ero lontana da te, per curarmi. Perchè? Non ho mai trovato una risposta convincente.
Quanto ti sei divertito ad indossare le mie parrucche? Le abbiamo sempre scelte insieme.
Ti rispondevo con un sorriso quando mi dicevi di non farmi vedere dai tuoi amici
imparruccata. Lo so che ti vergognavi, non me lo hai mai detto, ma ho rispettato i tuoi
sentimenti. Sei solo un bambino e avresti dovuto vivere di gioia.
Vita mia sei cresciuto troppo in fretta.
Quante litigate abbiamo fatto perchè ogni giorno dovevamo guardare sempre lo stesso
film della Disney? Non c’era verso di staccarti dalla tivù, recitavi ogni parola e cantavi tuttele canzoni. Testa dura!
Ricordi le nostre vacanze all’Isola d’Elba? Quanto ami quell’isola.
La prima volta avevi solo tre anni ed ogni estate ci siamo ritornati.
L’ho ribattezzata l’Isola della felicità, perchè lì eri il bambino più felice del mondo.
Assaporavi ogni attimo della giornata. Le tue paure, i tuoi perchè in quei luoghi sparivano, lasciando posto alla spensieratezza, ed io ero grata per questo.
Anche quest’estate ci siamo ritornati. Avevo già capito che quella sarebbe stata l’ultima,
ma volevo vederti felice. Ho trascorso dei giorni con te senza pensare al futuro, che per me non ci sarebbe mai stato. Ho fotografato nella mia mente ogni momento di quell’estate, non volevo perdermi neanche un attimo. La mia ultima drammatica felicità.
Ho lottato e tanto, per te. Ho perso, ma non ho perso te.
Sei ritornato a scuola, a giocare a calcio, alle feste con i tuoi amici del cuore, alla tua
normalità, fortunatamente, perchè così deve essere.
E’ il tuo papà la tua spalla ora e ,mi raccomando, non litigate come fate sempre.
Me ne sono andata con la disperazione nel cuore di doverti abbandonare, di non vederti
crescere, di non poter essere con te quando gioirai e quando piangerai.
Lo so che ti mancheranno i miei baci, i miei abbracci, le nostre discussioni sulla vita,
come le chiamavi tu, le nostre litigate, ma non ti mancherà il mio amore.
Qualsiasi cosa farai, io sarò con te. Stringerò la tua mano quando avrai paura. Ti
proteggerò dai pericoli e dalle cattiverie. Gioirò con te quando ti innamorerai per la prima volta. Sarò seduta al tuo fianco quando prenderai decisioni importanti.
Vivi amore mio e come ti ho sempre detto: “La vita è fatta di cose belle e di cose brutte.
Ne regala tante belle, ma dobbiamo accettare anche quelle brutte”.
Tu sei il regalo più bello che potessi ricevere, anche se per poco, ma il nostro amore NON è volato via con me.
Adorato bambino mio, io sarò la tua mamma per sempre!
Dedicato a te sorella cara.
Racconto pubblicato nell’antologia ” Madri allo specchio – riflessioni in prosa e versi” a cura di Culturalfemminile, edito da Gli scrittori della porta accanto, 2021
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