a cura di Giovanna Ferro
Amori, dolori, storie interrotte, anime fragili e tanto altro ancora troverete tra le pagine dei libri qui suggeriti
Come d’aria è un romanzo di Ada d’Adamo, edito da Elliot nel 2023
Pagg. 144 – 14,25 €
Ada d’Amaro in questo libro, si rivolge a Daria, sua figlia, lasciandole un intimo testamento. È un dono d’amore quello che comunica a lei e a noi. Parole che squarciano, come fulmini a ciel sereno, scatenando una tempesta di emozioni.
Quella che doveva essere l’atto più naturale e unico nella vita di una donna, si trasforma in un incubo: è quello che succede ad Ada.
Anni difficili, in cui Ada si è dovuta misurare con le difficoltà che incontrano i genitori di bambini disabili. Periodi di ricoveri in ospedale, nei quali l’incontro con altre mamme le danno la consapevolezza e la conferma che la loro è una vita a metà, che molto spesso ti fa sentire inadeguata e inerme.
L’indifferenza di un sistema politico e organizzativo è la conseguenza di una lucida solitudine in cui la società ti relega. Nessuno ha insegnato a questi genitori a gestire un bambino con deficit, nè a dar loro i mezzi e gli strumenti giusti per migliorare la qualità della loro vita. Ada ha lottato contro un mondo ostile, non solo fatto di barriere architettoniche, ma anche di limiti mentali e burocratici.
Ma il destino si accanisce, Ada deve combattere un’altra battaglia: la sua.
Ora c’è la paura e la terribile consapevolezza che non vedrà sua figlia crescere, ma le lascerà in dono quell’amore che solo una madre è capace di trasmettere. Daria è la sua aria, quella che hanno respirato entrambe.
Una storia feroce, una vita ingiusta, tra passato e presente, ma Ada e Daria sono state felici anche nella loro breve infelicità, a loro destinata.
Ada d’Amaro ha lasciato fisicamente la sua Daria e suo marito Alfredo il 1° aprile di quest’anno, appena due giorni dopo la nomina del libro nella dozzina dello Strega e vincitrice del Premio.
Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone, edito da Einaudi nel 2022
Pagg. 253 – 18,52 €
Un’indagine intima e complessa alla ricerca della propria identità. La scrittrice analizza fatti, scavando nella vita delle persone, ricostruendo passo dopo passo le sue origini. Un cammino tortuoso, se vogliamo terribile emotivamente, e al tempo stesso intriso di profondo amore.
Nel giugno del 1965 su un prato di Villa Borghese viene trovata, adagiata su di una copertina, una neonata di otto mesi. Quella neonata porta il nome di Maria Grazia, che prenderà poi il cognome dalla sua famiglia adottiva, Calandrone.
Nella ricostruzione minuziosa della vita dei suoi genitori biologici, la scrittrice entra e conduce anche il lettore in un vortice di emozioni. Attraverso le sue parole Lucia vive e sarà per sempre madre, la sua.
Indagine condotta in modo scientifico, dettagliata, quella che la scrittrice compie nella ricerca della verità: documenti, fotografie, lettere, testimonianze e articoli di giornale. Ripercorre le strade, abita i luoghi, rivive le giornate di Lucia, respira la sua aria, ne tocca il dolore e ne assapora le emozioni.
Il suo non è solo un desiderio e un bisogno di conoscere le proprie radici, la vera identità dei suoi genitori, ma è anche la voglia di capire, comprendere e perdonare, qualora ce ne fosse bisogno.
Maria Grazia Calandrone in questa storia narrata in maniera lirica e poetica, sprigiona amore, tenerezza e comprensione, restituendo a sua madre dignità, rispetto e immensa gratitudine. Forse anche tanta rabbia per come la vita e le circostanze non l’hanno saputa accogliere. Di una cosa è certa: l’amore di sua madre Lucia vive in lei.
Mi limitavo ad amare te di Rosella Pastorino, edito da Feltrinelli nel 2023
Pagg. 352 – 18,05 €
La narrazione è un pugno nello stomaco, si scende nell’inferno del conflitto che ha sconvolto i Paesi dell’ex Jugoslavia, circa trent’anni fa. Una guerra vista con gli occhi innocenti e smarriti dei bambini del Bjelave, espatriati da Sarajevo e trasferiti in Italia, in cerca di speranza e di certezze.
Il romanzo si ispira a una vicenda vera: il bombardamento dell’orfanotrofio di Bjelave. La storia si svolge nell’arco di un ventennio, dal 1992-93 fino al 2010-11.
Quando il 1° marzo del 1992 si vota al referendum per l’indipendenza dalla Federazione dell’ex Jugoslavia, la popolazione serba non partecipa per protesta , decidendo che quei territori sarebbero dovuti tornare in loro possesso, dando inizio, così, a una vera e propria pulizia etnica, in cui a pagare con la vita furono soprattutto i civili.
Mi limitavo ad amare te non racconta la cronaca della guerra, ma la lacerazione interiore inflitta ai bambini strappati alle loro madri, alla loro famiglia, alle propria origine, alla loro storia.
La scrittrice indaga il tema dell’assenza, della mancanza di amore, di famiglia, di quotidianità, che per dei bambini dovrebbe essere scontato, ma per gli orfani di Sarajevo non lo è. Bambini costretti a crescere troppo in fretta e spesso soli, senza mai colmare quella voragine creatasi all’origine della loro vita.
Cuori che sanguinano, cuori speranzosi, cuori di donne il cui dolore è terrificante, nel dover abbandonare i figli a un destino incerto, ma consapevoli che è l’unico modo per restare al mondo.
Rosella Postorino con questo romanzo scava nell’animo umano, prendendo sin nelle viscere e toccando le corde più scoperte di chi legge.
Io e Gio di Francesco Prosdocimi, edito da NEO.edizioni, nel 2023
Pagg. 160 – 14,25 €
Pietro, ventitrè anni, e Giovanni, Gio, solo dodici. Due fratelli, uniti da un destino crudele, il dolore ha invaso le loro vite: hanno appena perso i genitori in un incidente stradale. Gio continua ad avere incubi notturni e Pietro deve fare qualcosa per alleviare la sua sofferenza. Così, decide di caricare di bagagli la sua Yaris e partire con Gio per un posto più tranquillo, la montagna.
Pietro vive per il fratello e per la sua serenità. Insieme fanno lunghe passeggiate nei boschi alla scoperta di quel magnifico luogo e trascorrono serate a guardare i loro film preferiti. Ha investito molto in questo, nella speranza che Gio ritorni il bambino spensierato di una volta. Ma come si può dopo un trauma del genere?
Quanto un grande dolore può distruggere e quanto può trasformarsi è quello che trasmette la lettura del romanzo: la forza di ricominciare, l’amore fraterno, la generosità, il darsi completamente all’altro e la scoperta di se stessi.
Quello che colpisce, nel libro di Francesco Prosdocimi, è la delicatezza con cui, attraverso le parole, racconta l’amore viscerale che scorre tra Pietro e Gio. La fratellanza vera, l’unione di sangue e di vita che non può dissolversi, trapela in ogni frase del libro.
Io e Gio è un romanzo che affronta l’elaborazione del lutto con forza, tenerezza e costanza. Un grande libro di formazione.
Giovanna Ferro