MONDI PARALLELI di Daniela Mastrandrea: emozioni in musica
di GIOVANNA FERRO
Ognuno di noi possiede dentro di sé un bagaglio di pensieri, emozioni, abitudini, mondi diversi, che procedono parallelamente, ma che convergono verso la stessa direzione.
Tutto ciò prende forma in Mondi paralleli di Daniela Mastrandrea, il suo quarto lavoro per pianoforte, un lavoro intimo, emozionale, alla continua scoperta di un mondo interiore che si manifesta attraverso la sua musica.
Daniela Mastrandrea, nata nella meravigliosa Gravina in Puglia, piccolissima inizia lo studio del pianoforte e compone i suoi primi pezzi. Si diploma in pianoforte presso il Conservatorio di musica “Nino Rota” di Monopoli affiancando gli studi di composizione. Segue corsi di perfezionamento e master di interpretazione pianistica, duo pianistico e musica da camera.
Vincitrice di diversi concorsi Internazionali di Composizione, i suoi brani e le sue orchestrazioni sono stati eseguiti da diverse orchestre e formazioni nel mondo.
Numerose le sue collaborazioni con artisti nazioni ed internazionali.
Ha al suo attivo tre album, prettamente strumentali, dove raffinatezza e classicità fanno da tappeto alle note del suo pianoforte: il suo esordio Volo di gabbiani, che raccoglie musiche da lei composte tra gli 11 e i 18 anni; Fluide risonanze del 2016 e Lo specchio del 2018.
L’uscita del quarto album della compositrice e pianista pugliese Mondi Paralleli viene anticipato dall’omonimo singolo e dal videoclip, pubblicato il 20 Marzo ideato e diretto da Domenica De Leonardis, girato nella sua città natale Gravina in Puglia, dove arte, storia e cultura hanno inevitabilmente influenzato la musica di Daniela Mastrandrea.
Una visione meravigliosa le immagini girate sul Ponte Madonna della Stella a Gravina, che vede la musicista suonare il pianoforte sospesa tra passato e presente.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=11&v=AvJkSpz3o58&feature=emb_logo
“Mondi Paralleli rappresenta la dualità che da sempre mi abita, i miei opposti, due mondi paralleli in lotta tra loro. Viviamo in un mondo apparente e sotto la superficie si nascondono vari livelli di profondità. Io cerco di individuarli e portarli a galla di volta in volta. Non è semplice ma se si è in ascolto, tutto si rivela”.
Così Daniela parla del suo ultimo lavoro.
Un quadro i suoi brani, dove delicatezza, fragilità, forza, romanticismo, melanconia, si intrecciano in un’unica melodia. Un dipinto di Monét, uno spartito di Debussy, uno scritto poetico: a questo e ad altro ancora possono condurre le note, suonate dalle fluide dita di Daniela sulla tastiera del pianoforte.
Tra stile classico e sprazzi di jazz, la musicista racconta il suo mondo interiore, le sue emozioni, ma anche la bellezza della sua terra.
Sentimenti che non si possono scrivere, ma che solo la musica intima e raffinata di Daniela Mastrandrea riesce a trasmettere.
Cultura al Femminile incontra Daniela Mastrandrea:
Daniela parlaci un po’ di te come donna e di come il tuo percorso di studi classici, un diploma in pianoforte e lo studio della composizione, ti ha portato a quello che tu componi oggi.
Ognuno di noi ha un’immagine di sé nella propria mente che trasmette all’esterno. Consciamente o inconsciamente siamo il riflesso della nostra mente, un prolungamento di essa. Cosa potrei dire di me come donna… sono abituata a pensarmi solo e soltanto con, per e nella musica. Non penso mai a cosa vuol dire essere donna perché in me vive ancora la bambina spensierata di un tempo con un solo e unico desiderio… scrivere musica! In merito a come è cambiata la mia scrittura musicale, invece, sicuramente il mio percorso di studi classici, un diploma in pianoforte e lo studio della composizione, hanno contribuito a creare quello che oggi scrivo, ma è altresì vero che, se la mia scrittura è cambiata, lo devo principalmente alla mia instancabile tenacia (non sarei al quarto album) ed alla sensibilità musicale ed emotiva che coltivo e cerco di affinare ogni giorno, attraverso ascolti e continui processi creativi di scrittura ma anche attraverso gli incontri, che sono il vero motore vitale della mia musica. È solo grazie a questo se la musica che scrivo è cambiata nel corso di questi anni.
Che nome daresti al tuo genere musicale?
Spesso la musica è così contaminata che è difficile racchiuderla in un solo genere. Quella sul web è solo una minima parte di tutto ciò che ho scritto fino ad oggi e chi mi conosce da vicino sa che scrivo davvero di tutto. Nel 2019 ho iniziato il progetto dal titolo “Quatto Singoli per le Quattro Stagioni”. Ho pubblicato quattro singoli volutamente differenti tra di loro, nello stile e nel genere, proprio per esprimere al meglio la mia versatilità. Da “Rendezvous”, una beguine allegra e vivace ricca di colori e strumenti, a “Claudine & Jean-Pierre”, un valzer parigino per violoncello e pianoforte, passando per “NUMA”, per pianoforte e orchestra d’archi, fino ad arrivare a “Sottovoce”, un brano per flicorno e pianoforte dalle sonorità un po’ jazz e dal colore e mood newyorkesi. Vi invito a vedere i videoclip di questi brani che mi hanno portata in alcune delle città più belle al mondo… Bari, Parigi, Venezia, New York!
Quello del 2019 è stato un esperimento ben riuscito direi, visto i risultati raggiunti, tanto da pensare di mantenere “Quatto Singoli per le Quattro Stagioni” per i prossimi anni. La musica raccolta nei miei album la scelgo appositamente secondo una certa linea guida, un viaggio musicale unico per l’ascoltatore in ogni album. Se dovessi darle un nome, la chiamerei “classica”. Non la improvviso, la scrivo nota per nota. Linguaggio, fraseggio, ritmo, melodia e armonia sono di stile classico. Sì, spesso mi viene attribuita una certa affinità con le armonie jazz ma la realtà e che delle armonie che ad oggi vengono attribuite al jazz ne è piena la letteratura pianistica da Bach a Beethoven, Chopin, Ravel, Debussy e molti altri.
Il contributo che ha dato e dà la Puglia in campo musicale è grandioso. Quanto c’è della tua terra, Gravina in Puglia, nella tua musica? Ci sono influenze di stili diversi, se sì, quali?
La Puglia come istituzione nelle varie sue forme, ha dato e dà tanto s o l o ai suoi prescelti. Tutto ciò non mi ha mai fermata e non mi ferma. Io credo in un unico e grande contributo, quello che diamo a noi stessi a prescindere da ciò che abbiamo intorno e dal luogo che ci circonda. Della mia Gravina in Puglia c’è molto nella mia musica se si pensa che sono nata e cresciuta in una casa che affaccia sul famoso Ponte Romano Madonna della Stella. Il pianoforte era difronte a questa incantevole visione… come non lasciarsi ispirare! Ho sempre suonato di tutto da quella vista, da Keith Jarret ad Alan Parson, dai Dire Straits ai classici della letteratura pianistica che studiavo in quel momento. L’elenco è davvero lungo perché amavo molto leggere a prima vista e perciò ripercorrevo in lungo e in largo tutti i libri che avevo. Se vogliamo parlare di influenze… chi di noi non è influenzato da qualcosa o qualcuno? Impossibile non esserlo! Una cosa è certa… quando mi siedo al pianoforte per scrivere musica sono solo me stessa, non cerco di ricalcare un’idea o uno stile prestabilito… mi lascio semplicemente andare!
Il tuo è un curriculum di tutto rispetto: molti premi come pianista, come compositrice, come arrangiatrice e tantissime collaborazioni con musicisti noti. Ma il ruolo in cui ti senti più te stessa qual è?
Il curriculum è il percorso che facciamo, i passi che si snodano al raggiungimento della meta. Ho iniziato studiando pianoforte, non immaginavo minimamente che avrei potuto scrivere, poi ho iniziato a farlo ed ho capito che potevo davvero. E così, di volta in volta, esperienze generano nuove esperienze e ti fanno prendere consapevolezza di chi sei e cosa vuoi davvero. Mi piace molto stare al pianoforte e suonare la mia musica e quella di altri ma, ancor di più, mi piace immaginarla la musica… fissare il vuoto e captarla dal silenzio! Compositrice è il ruolo in cui mi sento più me stessa.
Le tue musiche sono ispirate da componimenti scritti, da immagini o ti lasci guidare dall’istinto nel momento in cui componi?
Mi è capitato di scrivere su richiesta e quindi di dovermi necessariamente ispirare a scritti poetici o a immagini. Ricordo che una volta mi è stato chiesto di lasciarmi ispirare semplicemente dalla copertina di un libro, senza leggerlo, e di scrivere una composizione che sarebbe stata eseguita in prima assoluta per la presentazione del libro. È così nacque nel 2010 “Luci ed Ombre” (album “Fluide Risonanze”) ed il libro in questione era “Come piante tra i sassi” di Mariolina Venezia. Altri esempi di composizioni ispirate a poesie sono “Chiaro di luna” (album “Lo Specchio”) e “Danza Lenta” (album “Mondi Paralleli”), ispirate entrambe a componimenti poetici. Esempi come questi sono sporadici nella mia musica e, se pur ispirandomi a qualcosa, la tendenza è sempre a lasciarmi guidare dall’emozione del momento. Mi ascolto e mi lascio andare. Non mi piace che la mente prenda il sopravvento. Mi piace semplicemente stare a vedere dove la mia voce interiore mi porterà.
Quali sono i “mondi paralleli” che coesistono dentro di te?
Dentro di noi c’è un universo che si muove fuori dal nostro controllo. Noi stessi siamo piccoli universi facente parte di un unico grande universo. Siamo molto più di ciò che immaginiamo ed è fuori di dubbio che in noi coesistono innumerevoli mondi. In quanto essere umani siamo volubili e vulnerabili e perciò instabili ed incostanti nell’umore e nel fronteggiare le situazioni più disparate della vita. Quello che ci da forza è la volontà, la tenacia ad andare avanti e a fare meglio. In queste mille contrasti, dubbi e domande che ci poniamo, che io stessa mi pongo, ho provato a descrivere musicalmente i mondi paralleli che coesistono dentro me e, credo, in noi tutti, che altro non sono che i nostri stati d’animo, le nostre sensazioni ed i nostri sentimenti in lotta tra loro, tra inconscio e ragione.
Quali sono i tuoi programmi futuri, stai già lavorando ad un altro meraviglioso album?
Questa domanda è la più bella per me perché mi rende fiera ed orgogliosa del fatto che mi porto sempre avanti dal punto di vista della scrittura musicale. In effetti sì, “Mondi Paralleli” era in procinto di uscire ed io pensavo già ai miei prossimi brani con l’obiettivo di un nuovo album. E vi dirò di più, c’è un disco pronto dal 2013 al quale continuano ad antecedere album, al momento “Lo Specchio” e “Mondi Paralleli”.
Chissà se sarà il prossimo! Ha già il titolo… ma non lo sveliamo! I miei programmi e progetti futuri sono tanti e uno solo… scrivere!
Nota Personale:
Daniela Mastrandrea ha composto anche dei brani singoli. Vi voglio segnalare l’ascolto di
Claudine & Jean-Pierre, per pianoforte e violoncello https://youtu.be/cRcKK2CAKe0